Adolescenza: chi voglio essere e chi voglio diventare
Dalla nascita alla morte l’essere umano diviene all’interno dell’interazione e della dialettica.
Ma c’è un momento in cui questo divenire è fondamentale: il momento dell’adolescenza.
Momento evolutivo della definizione di sé e della costituzione della propria identità. E a questo significato che collego la drammaticità come elemento proprio dell’adolescenza. Per drammaticità (reale) penso a quella insita nel definirsi soggetto, separato e distinto.
Implica affrontare i legami che legano ai genitori, i legami che uniscono al gruppo dei pari: legami subiti e sottaciuti per sentirsi meno soli. Legami spesso soffocanti e vissuti nella pericolosità della delega. L’adolescenza è il periodo in cui si comincia a “mettere ordine” nei legami con sé stessi.
Le costruzioni più o meno funzionali adottate in passato per darsi comportamento e dignità, ora non reggono più.
È qui la drammaticità dell’adolescenza: nel ritrovarsi davanti a sé stessi e di dover scegliere chi voglio essere e chi voglio diventare.
Spero sempre che nessun adulto non ceda mai alla tentazione di sostituirsi all’adolescente, tentando di fornire, servite su un piatto d’argento, soluzioni preconfezionate.