Gli interventi nella terapia di coppia
Spesso le coppie arrivano da me senza avere una rappresentazione mentale di che cosa potrà essere o di cosa potrà offrire il mio intervento.
Al fine di comprendere le effettive esigenze della loro situazione, per poter proporre un progetto di intervento appropriato, incontro la coppia alcune volte e questi incontri preliminari, mi serviranno a inquadrare il problema (analisi della domanda) e a impostare un intervento più strutturato.
Non avrebbe senso proporre un’analisi a una coppia sconvolta da eventi drammatici e urgenti, così come sarebbe poco utile programmare un breve ciclo di incontri con una coppia affossata dalla noia e dalla stanchezza della routine.
In ogni caso, l’intervento di coppia è sempre finalizzato allo sviluppo della capacità riflessiva, o meglio al rendere possibile la messa in moto dell’autocoscienza.
La gamma delle proposte possibili dovrà variare nella durata del percorso e nella frequenza delle sedute, in rapporto al grado di disponibilità interiore della coppia. La disponibilità interiore è un qualcosa che la coppia porta con sé e che potrà evolvere nel tempo.
In molti casi è risultato particolarmente proficuo prevedere un appuntamento di follow-up a distanza di 6/12 mesi perché questo da consistenza al lavoro fatto. Non si tratta di sostituirsi alla coppia nello stabilire quale debba essere il suo processo, ma di verificare, nei tempi appropriati, quale direzione o soluzione quella coppia abbia adottato per uscire dalla crisi.
Troppo spesso le “sintesi solutorie” vengono abbracciate come soluzioni definitive, con la conseguenza di andare presto incontro a nuove crisi.
L’obiettivo del follow-up è verificare se la coppia sta continuando, nel suo processo evolutivo che costituisce, il” Senso del proprio Essere coppia”.
LINEE GUIDA DI UN INTERVENTO DI COPPIA
L’intervento di coppia ha come obiettivo il riavvio del processo dell’autocoscienza.
La crisi è indice di un blocco dovuto all’irrigidirsi,
alla difficoltà di andare oltre, alla convinzione di non avere altre prospettive.
Il mio obiettivo è quello di portare la coppia a permettersi il lusso di vedersi con occhi nuovi, di rispolverare la possibilità di altre intese.
Nel perseguire questo obiettivo, è necessario tenere presente il grado di autoregolazione individuale di ciascun Soggetto.
Occorre conoscere l’equilibrio raggiunto dalla coppia nella soluzione storica adottata, fondamentale funzione dell’autoregolazione ottimale per ciascuno dei due.
Quale era stato il livello di intesa adottato da quella coppia, in cui ciascuno dei due aveva trovato risposta e complementarità.
Ci si irrigidisce proprio per la paura per il sentirsi in pericolo di mettere mano al legame, che così tiene prigionieri ed elimina la speranza.
La coppia in crisi è una coppia scissa tra l’esistenza dell’amore e la difficoltà di coniugarlo in modo diverso. Per questo è indispensabile sostenere prima di tutto l’autoregolazione di ognuno dei due Soggetti, richiamando l’attenzione su questo aspetto.
L’autoregolazione individuale può essere sostenuta e sviluppata con la sottolineatura, da parte dell’analista, del bisogno di amare e di essere amati dei due Soggetti.
Con il portare a coscienza e restituire valore all’esistenza storica ed attuale della coppia.
L’autocoscienza non è data magicamente come un pacco preconfezionato: ha le sue strade, i suoi ostacoli, il suo percorso.
Compito dell’analista è immettere la coppia in questo processo, non indicare i punti d’arrivo, la strada migliore o le soluzioni definitive.