Il Femminicidio

Il Femminicidio

La parola “femminicidio” coniata dalla sociologa Diane Russel inquadra questi delitti per quello che sono:

Violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna, in quanto donna.

Il ”Femminicidio” si chiama così perché definisce un tipo di delitto che si consuma all’interno di relazioni impregnate di una struttura culturale arcaica che tarda a dissolversi.

Anche trovare le parole giuste è dunque utile per far emergere dall’invisibilità e dal silenzio comportamenti violenti così connaturati con la tradizione, i valori dominanti e persino le norme, da passare quasi inosservati.

Perché un’aggressione sia definita “violenza contro le donne” è necessario che questa si configuri nell’ambito di una relazione di genere, e cioè una relazione asimmetrica di potere in cui è in gioco la definizione delle identità sessuali come socialmente costruite, che comprendono ruoli e comportamenti attesi, aspettative, eccetera. Il fatto che la vittima di una violenza sia biologicamente donna e il carnefice uomo non integra di per sé la fattispecie della violenza contro le donne.

Non è il sesso biologico delle parti a rilevare in modo esclusivo, ma la relazione di genere che si manifesta nel contenuto di un contendere legato alla costruzione sociale delle identità sessuali.

E’ dunque di prioritaria importanza individuare la relazione asimmetrica di potere tra le parti e i contenuti di questa relazione.