Accoglienza alle donne che hanno subito violenza

Obiettivo dell’accoglienza è aprire uno spazio di relazione in cui sia possibile per la donna esprimere i propri vissuti, raccontare e leggere dal suo punto di vista lì esperienza di violenza subita, ricostruire stima e fiducia in se stessa e tracciare, insieme all’operatrice una strategia efficace di uscita dalla violenza.

L’accoglienza è svolta da personale femminile e si garantisce ad ogni donna l’anonimato e la riservatezza di quanto viene detto nel corso dei colloqui. Ogni decisione e attività (denunce, attivazione dei servizi, eccetera) viene intrapresa esclusivamente con il consenso della donna.

Dopo il primo colloquio telefonico l’accoglienza comporta la proposta di più incontri finalizzati a supportare la donna nella sua intenzione di cambiamento della situazione.

Insieme con lei si valutano i cambiamenti e le nuove strategie da intraprendere. La durata dei percorsi di accoglienza varia a seconda delle situazioni, dei bisogni, delle richieste e della progettualità di ogni donna.

I problemi concreti che si affrontano possono riguardare la casa, il lavoro, i figli, l’assistenza sanitaria, la regolarizzazione e l’apprendimento della lingua per le donne straniere.

Una caratteristica fondamentale dell’attività dell’accoglienza è la costruzione e l’utilizzo della mappa delle risorse presenti nel territorio e il lavoro in rete, premesse indispensabili per garantire alla donna le informazioni e le indicazioni necessarie per affrontare i problemi concreti che il percorso di uscita dalla violenza comporta.

 OSPITALITA’ nella CASA RIFUGIO

Per una donna entrare nella Casa Rifugio rappresenta un ‘opportunità per sottrarsi alla violenza, riflettere in tranquillità, capire meglio la propria situazione e confrontarsi con altre donne che hanno vissuto problemi simili.

L’entrata può avvenire:

  • in situazione di emergenza, quando la donna arriva direttamente al Centro chiedendo ospitalità
  • in modo programmato dopo una serie di colloqui insieme ad un’operatrice nel corso dei quali si è deciso il momento più opportuno per l’entrata. Questo permette alla donna di pensare, decidere con calma e organizzare la sua uscita da casa.

PERCHE NON LO LASCIA?

Situazione di pericolo: quando una donna decide di lasciare il partner violento la situazione tende a diventare molto più pericolosa. Diversi dati dimostrano che il rischio di essere uccise è due volte maggiore per le donne maltrattate che lasciano il partner.

Salvare l’amore e la famiglia: una donna può decidere di mettere in atto una serie di strategie per tentare di salvare la relazione, perché spinta da convinzioni culturali e religiose, da un intenso attaccamento affettivo, dal sogno di un amore e di un matrimonio felice.

Mancanza di sostegno esterno: la famiglia di origine non offre aiuto e sostegno, le Forze dell’ Ordine e i Servizi Sociali minimizzano la violenza, non offrono risorse sufficienti, colpevolizzano la donna.

Verifica delle risorse esterne e dei cambiamenti:

una donna può chiudere e riaprire la relazione con il partner violento più volte: – per verificare la possibilità di un cambiamento effettivo del partner- per valutare oggettivamente le risorse interne ed esterne disponibili- per verificare la reazione delle figlie alla mancanza del padre.

Auto biasimo: una donna può ritenersi responsabile della violenza come strategia di sopravvivenza finalizzata a sentirsi in grado di controllare la situazione: “se sono io a provocare la violenza, farla cessare dipende da me”.

DONNE CHE RIMANGONO CON IL PARTNER

L’uso della violenza fisica spesso si verifica dopo lunghi periodi in cui vengono agiti altri comportamenti di controllo come gelosia, isolamento, denigrazione, e svalutazione continua.

Le donne sviluppano delle strategie per sopravvivere, per far fronte alla situazione, per evitare troppe tensioni, incluso forme di accettazione delle richieste del compagno violento o reazioni aggressive di difesa.

È molto importante:

  • non giudicare le strategie di sopravvivenza scelte dalla donna
  • essere chiari sul fatto che lei non ha colpa della violenza agita
  • individuare insieme dei modi che le permettono di trovare aiuto in caso di emergenza
  • esplorare con lei le possibilità di azione senza pretendere di sapere in partenza che cosa dovrebbe fare
  • starle vicino il più possibile, non perdere fiducia nelle sue possibilità di cambiamento.

DONNE CHE HANNO LASCIATO IL COMPAGNO VIOLENTO

È importante:

  • Riconoscere quanto è stato difficile per lei decidere di andarsene e valorizzare la sua capacità di sopravvivere;
  • Aiutarla il più possibile nel risolvere i tanti problemi concreti che comporta l’iniziare una nuova vita;
  • Essere consapevoli che nei primi tempi si ricorderà soprattutto delle cose positive che c’erano state nella relazione con il partner;
  • Dedicarle il tempo necessario per parlare ed affrontare insieme i problemi, altrimenti essere chiari sulla propria mancanza di disponibilità e indicarle dove può trovare aiuto.